equilibrium

31 ottobre 2006

Dicono che porti bene

Ho sentito un rumore strano.
Ero lì, seduta di fronte a Poldo a smanettare come mio solito. Presa tra l'ultimo corso di fotografia in due ore per principiante rintronato e il powerpoint della tesi (come si fa a presentare un progetto di ricerca in 5 minuti svizzeri?) ecco che la mia mente assopita è all'improvviso scossa da un rumore.
Un rumore esterno, esattamente fuori dalla finestra del mio studio, quella che dà sul giardino verdeggiante, curatissimo e confortevole.
Tiro su la tapparella e vedo accucciate sotto al davanzale la custode e la padrona di casa.
L'una accanto all'altra: una ha in mano la pompa dell'acqua, l'altra paletta e secchiello.
Sapete com'è, io abito al pian terreno e non è che capita spesso di alzar su la serranda e trovarsi due persone li sotto a fare chissà cosa.
Ancora di meno mi apsetto che loro stiano lì sotto a raccogliere... escrementi.
Già, cacca.
Ma non cacca di cane o gatto o piccione come sarebbe assolutamente comprensibile... trattasi di cacca di essere umano, con tanto di carta igienica lì a fianco.
Già. Qualcuno ha cagato sotto la finestra del mio studio.
Forse il luogo ameno lo ha particolarmente ispirato. Porterà fortuna?

30 ottobre 2006

Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

Fausta la fessa. Fausta amica del prossimo... anche se il prossimo è di nazionalità diversa dalla mia.
Anche se il prossimo detesta gli stranieri come me.
Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco... e io non ho nè un gatto nè un sacco.
Chi mi offre accoglienza? chi mi prende con sè senza chiedermi quante ore LORDE lavoro al dì e per quanti minuti effettivi e quale è la taglia di mutande del mio datore di lavoro e quante volte fa sesso al mese??
chi ha pietà di me non tormentandomi facendomi passare per l'ufficio A e poi sbattendomi nell'A.1 e A.2, insistendo sul dichiarare le motivazioni che mi spingono a richiedere impiego all'estero e sulle ore e i minuti e le mutande del boss??
w la comunità europea.

29 ottobre 2006

La regina della fotografia

La mia mente è piena.
e meno male che credevo di aver finito con il dover immagazzinare milioni di informazioni e valanghe di inutili concetti. La solita ingenua.
E' semplicemente cambiato il tipo di informazioni e di concetti: al posto di teorie sulla comunicazione e progetti mediatici ora nella mia testolina vanno a scontrarsi pixel e pollici, lo zoom lotta con il flash e la memoria interna bisticcia con la batteria a litio.
Aiuto. Le macchinette fotografiche hanno invaso il mio mondo.
Stanotte ho sognato di prendere un tè alla cannella con la Reflex D80, che invece lo voleva al gelsomino.
Io che fino a 2 giorni fa non sapevo usare neanche la macchinetta giocattolo in plastica gialla fosforescente di mio cugino.
Ahimè. Che si fa per sopravvivere.

28 ottobre 2006

Il viaggio della speranza

I treni svizzeri sono talmente caldi e accoglienti che ieri ci ho trascorso ben 11 ore e mezza.
Che vuoi che sia... Lugano - Losanna, Losanna- Lugano in un sol giorno.
Sull'andata non ho molto di cui lagnarmi, a parte la notte in bianco e la levataccia alle sei (e mi scuseranno i minatori che si alzano alla 3 del mattino ogni santo giorno), diciamo che non è andata malaccio.
Vestita di tutto punto ed improfumata -come il mio amico Fefino mi ha insegnato- ho ticchettato fino alla stazione (ticchettare= camminare provocando il tipico oltre che fastidioso rumore TIC, TIC, TIC, dovuto al tacco alto. Maledetta me, il tacco e Elena che me lo ha consigliato).
A metà strada mi sono resa conto di avere dimenticato gli occhiali.
Ora chiunque soffre di miopia sa bene quale enorme pericolo sia uscire senza occhiali per una a cui mancano circa 14 gradi in totale (occhio sinistro batte destro), perchè se una delle due lenti a contatto decide di fare i capricci, come spesso accade, è una tragedia, una catastrofe dalle dimensioni sprpositate.
E allora ho riticchettato fino a casa... e alla fine sono arrivata in stazione di corsa, tutta sudata e con i piedi già gonfi.
Del profumo e dell'abbigliamento strafigo neanche più l'ombra.
Arrivo a Losanna dopo aver fatto tappa a Zurigo (dove avevo paura di fare troppo rumore respirando) e aver conosciuto nell'ordine: un macchiavellico capitalista, un anziano provolone, una rumena che parlava in tedesco, un fumato milanese che viveva in Finlandia.
A questo punto la vostra domanda è legittima: ma che cavolo ci va a fare una italiana laureanda e semi-folle a Losanna, così di punto in bianco, di prima mattina?
Semplice: ultima speranza per uscire da uno stato che classificano come clandestinità e che sta pericolosamente facendo capolino nella mia esistenza.
I dettagli del pomeriggio nella Svizzera francofona ve li risparmio... sappiate solo che sono rientrata a casa a mezzanotte, barcollando senza sentire più neanche il ticchettio delle scarpe, con una valigia dal peso inquantificabile pieno di brochure, prospetti e modelli vari.
Ma con me avevo anche un foglio. Dallo sfondo bianco puro, lindo e confortevole, con su stampate scritte in francese e numeri, fitti fitti e belli belli.
Ho infilato il foglio in una pellicola protettiva domopack doppio strato.
Obiettivo: preservarlo con cura fino a lunedì...
Giorno in cui, appena sarà fatta luce, l'immigrant alzerà il suo sederino dal letto, prenderà con attenzione il foglio debitamente imbacuccato e protetto, e andrà dalla caaaaara Head Immigration Office.

25 ottobre 2006

tutti a teatro

Pièce teatrale:
Recitano nel ruolo di:
HEAD IMMIGRATION OFFICE: bionda Signora Aizz dall'accento ticinese e l'aria sospettosa
IMMIGRANT: studentessa disperata in versione compassionevole/commiserevole

HIO: Signorina, chi è che le ha detto quella balla lì?
Mica può stare qui in Svizzera se le scade il permesso nè???
I: Mi scusi... ma io... cioè... mi hanno detto che dopo gli studi, alla scadenza del permesso... avevo 6 mesi di tempo per trovare lavoro...

HIO: Signorina, dov'è che l'ha letta questa cosa qui?? Mi dia esattamente il documento di riferimento, pagina paragrafo riga numero lettera.
I: Ehm... non è che l'ho letto...me l'hanno detto... cioè...

HIO: Signorina, mi dica chi è la fonte dell'informazione allora. E mica viene il primo che capita e ci dice questa cosa qui e noi gli crediamo nèèèè????
I: (breve pausa) Eh... un mio amico siciliano...

HIO: (sospira) Vorrei proprio vederlo questo amico qui nè. Che poi ci dicono che non facciamo controlli adeguati e che girano senza permesso e che siamo incompetenti e che e che e che...
I: (mortifica)Mi scusi.. io non volevo... è che non sapevo, non ero informata.
HIO: Tutti uguali questi sporchi terùn. Non si può mica fare come vi pare nè?
I: (spazientita) Ma io non volevo fare come mi pare...cioè... semplicemente non sapevo.
HIO: (gonfia e tronfia) Beh ora glielo faccio sapere io nè: il suo permesso non vale un tubo (u chiusa), nulla di nulla (doppia u chiusa), e lei dal 15 se ne va dai maroni nè.
I: Ah bene (ai limiti della tolleranza).
HIO: (sorride soddisfatta) E mica che se ne va e basta nè? viene qui e dà la notifica di partenza e porta il documento A, il permesso B, il protocollo D.
I: (col sangue al cervello e gli occhi fuori dalle orbite e le braccia alzate all'altezza del collo altrui)
Si si. Verrò volentieri. E mica verrò sola nè? Porterò qui il mio amico siciliano, quello della proroga dei sei mesi, ricorda? Lui ha un paio di amici simpaticissimi, ovviamente glieli presenterò volentieri. Nèèèèèè?????

22 ottobre 2006

La chiamano domenica

Ieri era domenica. E la domenica significa due cose in Abruzzo: la famiglia e il pranzo.
Non si scappa.
Ecco perchè io detesto la domenica a Lugano: perchè non ho la mamma e non mi sveglio col profumo della pasta al forno.
E c'è un silenzio che mette i brividi. Di solito non serve la sveglia qui, perchè c'è la cara e dolce custode del palazzo che, aspirapolvere alla mano, alle otto si piazza sulla tromba delle scale. E tra una aspirapoolverata e l'altra dà il buongiorno ai condomini informandosi a dovere sui loro nipoti, figli, parenti lontani, con quella vocetta talmente acuta che sveglierebbe anche il mio amico RobyRoby. E chi conosce RobyRoby capirà...
Ma la domenica... il silenzio. E niente profumo di pasta al forno di mammà.
Ah, la pasta al forno di mammà!
Pesante quanto basta per rientrare a buon diritto tra i piatti domenicali abruzzesi.
Ma non glielo dite!!! Mamma dice che è una verisone light la sua, perchè ha eliminato i pezzetti di mortadella, ingrediente di tutto rilievo nella ricetta tradizionale.
In compenso ha lasciato mozzarella, carne macinata, parmigiano, uova sode, besciamella.
Il tutto vaga in un chilo di rigatoni. Ricetta per 4 persone, ovviamente. Mamma mi manchi.
Custode, la domenica mi manchi anche tu.

contattate Russell Crowe

Ve l'ho detto che mi hanno comunicato finalmente la data della discussione tesi?
Ebbene si, un ulteriore passo verso questa lontanissima e inaccessibile laurea svizzera è compiuto... il 9 novembre salirò sul palco del teatrino dell'assurdo e, impavida, mostrerò al mondo tutta la mia insanità mentale.
Già perchè cosa credete, che la mia sia una tesi di laurea normale? standard? tradizionale?
Del tipo "faccio ipotesi basandomi su fonti teoriche certe o su realtà fenomenologiche evidenti"... come sarebbe logico e opportuno per qualsiasi laureando? e come sarebbe anche obiettivamente più semplice e controllabile?
Già scrivere una tesi non è un impegno da poco... poi io naturalmente ci ho messo del mio per rendere il tutto moooolto più complicato e contorto della norma.
E banalmente il prof per incoraggiarmi mi ha detto:
"Armati di pazienza, tenacia e costanza per compiere un lavoro rigoroso e certosino. Sarà un'impresa dura, ma alla fine di circonderà di gloria".
E io già mi vedevo nei panni del gladiatore, ad alzare vittoriosamente la spada trionfante sul corpo sanguinante del nemico.
Ora mi accorgo che mancano proprio le basi affinchè io venga "circondata di gloria".
Cosa aveva detto il prof? Pazienza, tenacia, costanza... lavoro rigoroso e certosino (tralasciamo il fatto che la parola certosino mi fa venire fame e devia la mia mente su tutt'altro genere di pensieri).
La mia tesi è solo frutto di un cervello psicolabile, che di notte all'improvviso viene svegliata da terribili frammenti televisivi e inizia a blaterare di format, appartenenze comunitarie e ibridizzazione di contenuti.
Mi sa che la parte del gladiatore vittorioso spetterà a qualcun altro.
Uffa... vuoi vedere che mi tocca fare il cadavere sanguinante???

21 ottobre 2006

essere o non essere

Lo ammetto: non sto bene.
Penso che sia colpa dell'Amleto di ieri sera, la cui visione sta generando effetti un tantino strani nel mio quotidiano.
Primo visibile segno di disequilibrio mentale: stamattina mi sono ritrovata di fronte allo specchio a parlare in inglese.
Già... sabato mattina, mentre metà della popolazione ronfa e l'altra metà si maledice perchè, a causa dei mille e uno impegni e/o imprevisti della vita non può ronfare, Fausticchia che fa?
Si alza (ore otto) va in bagno a fare la sua solita lunghissima pipi (ore 8:07, datemi il tempo di arrivare barcollando fino alla toilette) e poi rimane a fissare la sua immagina sbiadita e alquanto inquietante di fronte allo specchio.
E inizia il suo monologo in inglese.
Quando se ne accorge è troppo tardi per rimediare e già che c'è continua a blaterare cose insensate.
Ora qualcuno starà giustificando il mio comportamento supponendo che forse ero in fase sonnambulismo. Ma se le cose stessero davvero così, non avrei dei ricordi tanto nitidi.
Allora qualcun'altro potrebbe pensare che mi sto inventando tutto perchè scrivere stupidate per me è un modo come un altro per passare il tempo. In effetti che non trovi modi più utili e redditizi per trascorrere il mio tempo è vero, ma che mi stia inventando tutto purtroppo no.
E infine qualcuno potrebbe azzardare che sto impazzendo.
Ebbene... costui non avrebbe torto alcuno, ahimè.
Fragilità, il tuo nome è donna- come disse Amleto.
Pazzia, il tuo nome è Fausta- aggiungo io.

19 ottobre 2006

Nome non è combinazione di lettere dal giusto suono

I nomi mi affascinano da sempre, perchè li ritengo raccoglitori di caratteristiche e significati precisi.
Ogni nome, inevitabilmente, ci fa pensare a qualcosa. Ogni nome evoca un'idea, evoca qualcuno che possiede certe doti, determinati difetti, una fisionomia ed un carattere specifici.
Piacere sono Marianna (e la mente pensa.. mmmh... falsetta. Quella Marianna lì è proprio una gran paracula).
Piacere Carlo (mmmh... taciturno...)
Piacere Ludovica (cavalletta. Mi fa pensare a un insettuccio, che volete farci).
Il problema è sorto ieri sera trastullandoci all'inizio su tali sciocche discussioni.
Ed il problema è diventato ossessione nel momento in cui ho cominciato a pensare- ahimè, accade a tutti- ai nomi dei miei futuri, sciagurati e sfigatissimi figli.
Perchè, se mai ne avrò, i miei figli saranno un bel pò complicati... e conoscendo voi, oh frequentatori del blog, i vostri potenziali pargoli non è che siano in condizioni molto più favorevoli... i geni parlano chiaro.
In breve, due nomi avrebbe in mente il padre dei miei figli: Giovanna e Claudia.
E' una catastrofe. Giovanna per me è "Giovanna la porca".
E Claudia per me è "Claudia la cannata".
Così ho comunicato al padre dei miei figli che non sarà più tale, che mi procurerò due figli da sola in qualche modo e li chiamerò Simone e Giorgia.
E Simone e Giorgia giocheranno con Giovanna e Claudia... e la loro madre li istruirà a dovere
Perchè a quel punto tale madre nutrirà talmente tanto risentimento nei confronti del potenziale padre mancato, che l'ha costretta all'abbandono, all'inseminazione artificiale e infine alla crescita dei figli sola e triste, e nel frattempo ha anche osato accoppiarsi e procreare mettendo al mondo una ninfomane e una fumata, da aizzare volutamente i suoi bimbi contro i poveri compagni di gioco. E impareranno a chiamarli nel modo appropriato ed a fare le giuste associazioni.
Pinco Pallino.
Tizio, Caio e Sempronio.

17 ottobre 2006

un panda che fa gli auguri

Sono una laureanda virtuale, diciamo un embrione di laureata in via di sviluppo.
Ovvero una quasi disoccupata. Riassumiamo la mia giornata:
- alla ricerca di un qualsiasi tipo di lavoro che mi permetta di sopravvivere (non clandestinamente) invio senza sosta CV e lettere di motivazione a destra e a manca senza fare troppo la schizzinosa;
- alle prese con la presentazione della tesi in power point cambio il colore delle slide ogni tre minuti e a breve ricomincerò ad avere gli incubi sugli sfondi e sulle copertine.
Conclusione? Arrivo a fine giornata con gli occhi rosso rubino e le profonde amiche occhiaie: più che una donna assomiglio ad una panda mal riuscito.
E nonostante ciò, riesco ancora a preservare parte della mia memoria a breve termine e a risparmiare qualche risorsa cognitiva per rendermi conto di ciò che accade intorno a me.
Tutte le energie mantenute oggi sono finalizzate al recupero di ciò che accadde 24 anni orsono:
è nata Daniela, la siciliana più bona che conosca. Anche la più pigra. E la più tirapacchi.
Insomma, un cesso di donna... ma un bel cesso di donna.
Buon compleanno Dany, questo post canterino è per te!
Tutti insieme: tanti auguri a te, tanti auguri etc etc... a Dany...etc etc...a teeeeeeee!!!
Ora sono sfinita.

16 ottobre 2006

post liberi posticipati...

Mi state già puntando il dito contro eh???
Vi vedo, lì tutti belli schierati...
Ma io non mi sono affatto scordata della tradizione del blog, che ho inaugurato un mese fa..
è solo che ho avuto un piccolissimo problema a livello tecnico-logistico...
In breve: i file porno hanno avuto la meglio, hanno inondato il mio adorato computerino e lo hanno sopraffatto, bloccando ogni programma e rendendo inaccessibile qualsiasi documento.
Così, con il cuore straziato, ho detto addio ad ogni bit e ho salutato il mio povero Poldo straziato anch'esso (Poldo è il nome del portatile, per chi non lo sapesse già).
E formattazione fu.
Ora ho un computer un pò vuoto, un pò meno colorato ma super veloce e soprattutto... senza la minima traccia di foto hard e filmatini hot (certe cose la mia mente ingenua e incantata non le avrebbe potute immaginare neanche sfruttando al massimo tutte le sue enormi doti creative).
Ma la formattazione ha consegunetemente causato un allontanamento momentaneo e l'impossibilità di accedere al mio caruccio, piccoluccio, amatuccio blog.
E il giorno 15, che per tradizione è il giorno del free posting, è volato via.
O meglio, diciamo che per questo mese è stato posticipato al 16, per cause di forza maggiore.
E ora dite pure tutto ciò che volete o tutto ciò che vi passa momentaneamente per il cervello (se ne avete ancora qualche residuo).
Io dico la mia: voglio un cane, Olivia non mi basta più.

PS: non abbandonate i cani, neanche quelli virtuali :)

13 ottobre 2006

milioni di file

Si faccia avanti chi ha intasato il mio pc con foto porno.
Si faccia avanti chi visita siti hard tramite il mio portatile.
Non lo accuserò, non lo lapiderò, nè lo bastonerò con la mia spranga chiodata...
Vorrei solo che mi spiegasse per quale cacchietto di motivo il programma che il mio ingegnere informatico preferito mi ha trovato per recuperare file perduti in realtà recupera solo le sue dannate foto porno. Di ogni tipo, di ogni dimensione: a colori, in bianco e nero, orizzontali, veriticali, piccole, enormi e di media grandezza. E sto parlando delle foto, non di altro.
File .jpg porno. Tantissimi file .jpg porno.
E delle mie perdute foto di Amsterdam neanche l'ombra...
Ma perchèèè??? Perchèè???

12 ottobre 2006

Maledetta me

Una parola: IDIOTA.
Io ho sempre detestato il vocabolo IDIOTA: mi infastidisce molto più di stupida, mi offende molto più di cretina, mi disgusta molto più di scema.
Ma me lo merito: oggi è l' IdiotaFaustaDay.
All'inizio ho pensato che fosse il primo segnale evidente di Amsterdam, la prima conseguenza psico-fisica che inevitabilmente doveva manifestarsi.
Ma ci ho messo poco a comprendere che Amsterdam non c'entra nulla: la colpa è mia, solo mia, assolutamente mia.
Ebbene si, ho distrutto le foto. Le foto della mia recentissima vacanza.
Ho cancellato il file e, non paga, ho svuotato il cestino.
Io che non ho mai svuotato il cestino in vita mia... oggi ho avuto la brillante idea di farlo.
E quelle strabilianti immagini di mulini a vento e canali sono perse, disintegrate, irrecuperabili.
Che nessuno si azzardi a chiedermi come ho fatto, potrei azzannarvi.
Idiota.

11 ottobre 2006

concorso

Di ritorno dai mulini a vento.
Non ho parole, assolutamente non le ho.
E allora facciamo un gioco: indovina cosa hanno fatto Fausticchia e Otti ad Amsetrdam.
Ogni risposta esatta vale un punto.
Ovviamente verrà decretato il vincitore e stilata una classifica.
Il premio? Un souvenir da Amsterdam ;)

PS: si prega la gentile Ottavia - detta anche Miss Senso dell'orientamento pari a quello di una gallina lobotomizzata- di astenersi dal partecipare.

05 ottobre 2006

Io e il mio bagaglio a mano vi salutiamo

AmiCici... vi saluto.
Almeno per qualche giorno... il che per voi sarà una liberazione, visto che vi sto sommergendo con i miei post e, come mi ha fatto notare il mio migliore amico alla ennesima richiesta minacciosa di infilare un commento di qualsiasi tipo... "non ti sto dietro".
Sono logorroica, lo so... e poichè qui non parlo se non con e tramite gli amici elettrodomestici quali televisore, telefono, computer dovrò pur imprimere in qualche modo i pensieri folli e veloci che viaggiano nel cervellino per metà fuso, ormai.
Insomma... tirate un sospiro di sollievo.. nessun post per qualche giorno e nessun petulante invito a scrivere commenti.
Amsterdam finalmente. La guarderò un pò, la gusterò un pò, la girerò un pò.
Vorrei andare in bici: le biciclette olandesi mi hanno sempre affascinata, non so perchè ma la mia mente bacata è convinta che abbiano qualche meccanismo strano che le fa viaggiare in modo mirabolante.
Ma non andrò da nessuna parte se non mi decido a riempire quel dannato borsone che è piccolo, troppo piccolo per me.
Ci ho provato, ma a Fausticchia è chiedere troppo di viaggiare con solo un bagaglio a mano, piccolo, troppo piccolo. E poi neanche i bagagli a mano li hanno già pre-confezonati...
la valigia take away rimane un sogno irraggiungibile.

04 ottobre 2006

laureanda?

Deposito tesi.
Dopo aver corso a destra e a manca dietro firme di ogni tipo, dopo aver stressato i miei più cari amici con suppliche di aiuto e rischieste abbastanza incomprensibili, dopo aver corso e rincorso treni e metro, dopo aver fatto incubi di fronte ai quali anche Freud sventolerebbe bandiera bianca... ce l'ho fatta.
Cari AmiCici, oggi ho consegnato la tesi, quella con la T maiuscola :)
Brava, complimentoni, è finita... direte voi.
NoNoNo: siamo in Svizzera.
Mi faranno penare un mese prima di dirmi quando potrò discutere l'eccellentissima mia opera d'arte, frutto di fatica, sudore, a tratti di pura follia e a tratti di allucinazioni visive/ uditive.
Faustina in fondo si tratta solo di un mese.... direte voi.
NoNoNO: siamo in Svizzera.
Una volta discussa l'eccellentissima mia opera d'arte mica ti stringono la manina dicendoti "Congratulazioni, la dichiaro dottore in Scienze di questo Cavolo" come accadrebbe in qualsiasi altro ateneo!
Sarebbe troppo semplice torturate il laureando di turno facendolo attendere solo un mese...
Pare infatti che nel favoloso mondo incantato e cioccolatoso chiamato Svizzera quella situazione definita come Attesa altrui, generatrice d'ansia e di sofferenza, sia sport particolarmente gradito e diffuso.
Dunque dopo aver consegnato la tesi e aver aspettato un mese prima di poterla discutere, mi occorre attendere ancora un tempo indefinito fino alla proclamazione.
Questa data lontana, sconosciuta e misteriosa è decisa e comunicata a discrezione dell'università.
Sapete che vi dico? Io domani parto.
Per Amsterdam.

03 ottobre 2006

avete uno smacchiatore portatile?

Evito di narrarvi le peripezie della giornata. Sappiate che ho una naturale tendenza agli incontri fuori dall'ordinario (andata: anziana ricca immersa in un intenso dialogo con se stessa; ritorno: signorotto maleodorante alle prese con la sua bottiglia di vino), ai treni dell'ultimo minuto con annessa corsa perdifiato, alle situazioni imprevedibili, all'assurdità degli eventi quotidiani.
Ma soprattutto ho una naturale tendenza alla macchia quando non devo macchiarmi.
E mi chiedo: possibile che quando sono a casa sola, pranzo--cena--merenda--spuntino--fame improvvisa--, magari in pigiama o tutona molto secSi, quando insomma potrei anche essere avvolta in un saccone da spazzatura e non cambierebbe molto... beh... neanche una macchietta. Anche se mangio spaghetti al sugo con le mani non accade nulla... scommetto che se mi mettessi a fare i pomodori in casa rimarrei così: linda e pinta.
Ma basta varcare la soglia, mettere il piede al di là di Giuseppino (che sarebbe il mio zerbino a forma di campo di calcio) e la macchia compare.
Oggi l'ennessima conferma: appena salita sul treno, FeliceFelicissima addento il mio panino con tanta mozzarella e una piccola, sottilissima fettina di pomodoro.
Ed eccola lì la macchia minacciosa, subito pronta a spiaccicarsi sulla mia magliettina (ovviamente bianca, perchè io faccio parte del club delle volpi) e a mostrarsi fiera ad ogni uomo, donna, bambino, cane, signora che blatera da sola e ubriaco (questi due non fanno testo, lo so bene).
A nulla sono valsi i miei tentativi di copertura tramite braccia attorno al collo, movimenti studiati, strategie di cambio profilo&co. Oggi la macchia si palesava in tutto il suo splendore. Oggi la macchia ha vinto. Alla prossima.

02 ottobre 2006

un treno speciale

Piove. Fa freddo. Sbadiglio.
Passerei la giornata stravaccata sul divano con il telecomando in mano e il cervello spento.
Ma devo fare il biglietto per il treno. Non è che devo necessariamente farlo oggi, in fondo il treno lo prenderò domani...
Ma sarebbe una saggia scelta anticipare i tempi ed evitare ogni possibile insorgere di complicazioni, visto che già la situazione è abbastanza intricata di per sè: partenza da Lugano ore 12:05, arrivo a Milano ore 13:35... corri corri corri per raggiungere la copisteria, corri corri corri per raggiungere il treno delle 14:25 augurandomi che non sia in ritardo (coltivo seri dubbi a riguardo) per poter essere a Lugano di nuovo alle 16.
Ma so bene che domani niente andrà come previsto. Tuttavia tento di nasconderlo, e fischietto finta tonta trallalero trallalà... perchè la giornata invita alla più pura nullafacenza e in tv si susseguono programmi creati ad hoc per conciliare relax cerebrale e risparmio di risorse cognitive...
ma all'improvviso eccola, maledetta, eccola. La mia coscienza ha parlato.
Fausta alzati e fai quel biglietto, non dare spazio ulteriore ai sensi di colpa che piano piano tendono a sopraffarti. Forza muovi il sederino.
Niente. Stavolta quella non era la strada giusta. La mia coscienza pareva aver fallito.
Ma non si è arresa... e lei sa sempre che tattica adottare. E' una stramaledetta furbona.
Pensa a Otti. Alla sua faccina triste quando domani ti presenterai a Milano senza i suoi dolcettini svizzeri preferiti, alla sua gentile e timida richiesta "mi porti i Maltesers quando vieni qui??!!" mentre sbatte gli occhioni sotto quella frangetta tanto tanto nice.
Si è materializzata in me l'immagine di una Fausta crudele, simile alla matrigna di Cenerentola dal naso aquilino (associo al naso aquilino una certa cattiveria, mi scusino tutti coloro che hanno il naso aquilino per questa turbe). Fausta cuore di pietra.
OkOk vado. Prendo i Maltesers. Corro sotto la pioggia. Già che ci sto passo a scassinare la casella di posta di una mia amica (dovevo recuperare una bolletta in qualche modo, no?) e... infine... eccomi alla stazione. Il biglietto.
Brava Fausta, previdente saggia ragazza.
Mi avvicino al bigliettaio, sul volto soddisfatto ecco apparire un sorriso gentile, con la vocetta più carina formulo un cordiale "Potrebbe gentilmente farmi un biglietto per Milano?" e...
"Signorina, non si può mica fare il biglietto il giorno prima qui nè? mica glielo faccio se non sa con precisione che treno è e in che orario è, nèèè? micafacciamo biglietti così a caso noi, nèèèè???"
Io non aggiungo altro.

01 ottobre 2006

ho un nome, imparatelo

Franca Flavia Filippa.
Ma Fulvia è il peggio di tutti.
Odio quando sbagliano il mio nome. Viene storpiato troppo spesso, in modo indecente e soprattutto con un'estrema convinzione.
E quando, nel bel mezzo di una conversazione, si rivolgono a me sorridendo a 35 denti e carinamente mi interpellano dicendo "vero Fulvia???" ...
lì avviene la trasformazione Fausta --Hulk. Occhi infuocati, (come quelli dell'avversaria di Mila quando schiacciava), braccia che iniziano a sollevarsi e puntano dritto al collo della tipa.
Devo sforzarmi terribilmente per placare l'istinto omicida...
Fausta Fausta F-A-U-S-T-A.
Non Fulvia, dannazione.
Scrivitelo su una mano, chiedi al vicino... insomma arrangiati oh tipa mi-chiamo-Maria-il nome più-semplice-che-ci-sia.
Intanto sei segnata amica, non proverai mai più le polpette di Fulvia.