equilibrium

25 dicembre 2006

E' Natale, è Natale!


Sono le dieci del mattino ed il fastidioso rumore della suola viscida delle scarpe nuove di qualcuno mi dà il buongiorno.
Buon Natale anche a te, o suola malefica.
Il dolce risveglio è accompagnato dall'odore di lasagne misto a spezzatino di non so quale povera bestia. Odore nauseante che ha già invaso tutta la casa.
Buon Natale anche a voi, o profumi tipicamente mattutini. Il mio stomaco ringrazia.

E poi corro sotto l'alberello e c'è un regalino anche per me... che bello che bello!
Sto per scartarlo e mi accorgo che la carta da regalo non è una carta tipicamente natalizia.
Ci sono tanti Babbi Natale su uno sfondo blu e argento, è vero... ma a un più attento esame risulta quanto segue: i tanti Babbini sparsi sul fondo stellato si stanno sparando.
Già. Hanno una pistola puntata alla tempia, con tanto di proiettile che ha già trapassato il cervello ed fuoriesce dall'altra parte della testa martoriata. Ovviamente schizzi di sangue inclusi.

Buon Natale anche a te, o ex Babbo Natale.

24 dicembre 2006

home

AmiCici, il cocktail di laurea in quel di Lugano ha avuto effetti devastanti sulla psiche mia e dei miei compagni di avventura.
Ma barcollando pian pianino siamo riusciti a raggiungere le mete previste: chi le terre d'Abruzzo, chi la Lituania, chi la splendida Parigi.

Sono nella mia amata Pineto... ed è davvero bella. Semplicemente bella.
E siete voi a renderla così bella, AmiCici cari, famigliola cara.

21 dicembre 2006

sono laureata


Ieri ho visto cose impossibili da narrare.
Vorrei rendervi partecipi dell'accaduto, o AmiCici, ma mi risulta moooolto difficile.
Ieri ho visto L'Università riunirsi sotto le grida di Letizia, che pretendeva si parlasse solo in francese. Ho visto l'Aizzatore fare feriti e morti e divorare Simmental alle 4 di mattina.
Ho visto Fefi stringere mani a destra e a manca e mandarci tutti a fanculo per essersi perso il Natel.
Ho visto quel pallore tendente al verdognolo sul volto di Federico.
Ho visto Elena ascoltare pazientemente per ore ed ore chi elogiava- e nessuno ne sa il motivo- l'amore di Briss nei miei confronti.
Ho visto vincere un gruppetto di folli contro il catering del cocktail universitario, sotto le urla "O noi, o il catering!".
Ho visto litri e litri di prosecco scorrere dietro, davanti sopra e su di noi.

Sono laureata.

19 dicembre 2006

giornata festante


Triplo festeggiamento, o AmiCici... e il post canterino, di conseguenza, si fa in tre.

In ordine, cantiamo per:


  • Letizia: tanti auguri di buon compleanno! Temo davvero per la tua incolumità--- prima di tutto perchè a breve varcherai il confine e tutto il viaggio dovrai fartelo con Fefi, individuo alquanto instabile nella condizione di "vacanziero". Dopodichè entrerai, a tuo rischio e pericolo, nel fantastico mondo del Canton Ticino. Qui non ti aspettano solo le mille ed una meraviglie che ti ho sapientemente descritto... ma ti aspetta il Merlot.

  • Fausta: oggi è il mio onomastico. Non me ne importa proprio nulla in realtà, lo faccio per mia madre che ti tiene tanto, ma così tanto che lo scorso anno ha sparso la voce per tutto il suo ufficio ed una collega ha avuto la brillante idea di telefonarmi. Io invece ci tengo poco, ma così poco che l'avevo dimenticato e quando la collega cara ha esclamato tutta trionfante e arsa dalla gioia "Auguri Fausta!" io le ho risposto "Grazie, anche a te"...

  • La vigilia della mia proclamazione: già che ci siamo, iniziamo con una cena. Il problema non è la cena in sè, ma un componente di tale cena, detto anche L'Aizzatore. Egli è in grado di rendere anche una merenda a base di tè e biscotti al burro qualcosa di altamente pericoloso, se ha il compagno giusto. Con il suo ruggito malefico e quello sghignazzare continuo si diverte ad osservare i malcapitati di turno che come ebeti seguono i suoi pericolosissimi giochetti alcolici. Ed anche per questo, Leti cara e Fefi caro, temo per la vostra sopravvivenza.

18 dicembre 2006

svedese?

Immaginate uno straniero, che si sforza di comunicare in italiano.
E che vuole farlo per esprimere la sua sincera solidarietà e un non so che di contentezza.
Il contesto:
Due colleghe, una ragazza svizzero-tedesca residente a Zurigo e una italiana trapiantata momentaneamente in Canton Ticino, devono risolvere una questione lavorativa.
Nonostante alcune inizali difficoltà, le suddette tipe riescono a comprendersi e ad affrontare brillantemente la questione.
A seguito dell'avvenuto dialogo, uno dei respondabili di entrambe, in uno slancio di incomprensibile e ingiustificata euforia (probabilmente dovuta al proficuo e riuscito scambio comunicativo tra due persone di differente nazionalità e lingua) scrive quanto segue:
Buongiorno le ragazze,
contento di vedere che siete riuscite ad aggiustarvi. È molto rinfrescante degli emails in italiano e talmente più cantabile del francese.

In caso di aiuto e bisogno di traduzioni, francesi / francesi, supporto, domande non esitano a chiamarmi. Buono e se si metteva allo svedese la prossima volta:)
Il dubbio:
Con un piccolo sforzo posso anche arrivare a capire la parte iniziale.
Ma l'ultima parte... no, proprio mi sfugge. Qualcuno mi aiuta a penetrare la mente di tale individuo e afferrare il significato dell'ultima frase?
Perchè per quanto mi sforzi di attribuirVI un senso di qualsiasi tipo, esso risulta a me oscuro e irragiungibile.


17 dicembre 2006

il sorriso sempre

Ringrazio chi mi ha insegnato a sorridere anche quando occorre affrontare situazioni davvero dure. Ringrazio chi mi ha fatto capire che la positività aiuta e solletica l'anima, di fronte a cose più grandi di noi. Di fronte a eventi che appaiono assurdi, incomprensibili, fuori dalla nostra portata e che ci rendono talmente impotenti da generare frustrazione e risentimento.
Beh, o AmiCici, io non voglio.
Io ora posso solo osservare, abbracciare, imparare.
Anche versare una lacrimuccia, all'occorrenza.
Ma non lagnarmi. Non disperarmi. Non maledire.

15 dicembre 2006

15: post libero!

AmiCici!
E' il giorno della libertà espressiva, della creatività senza freni, dell'anticensura!!
E' il 15 del mese... post liberoooooo!!!!
Io scrivo il mio:

PAPAPA
PA
PARMIGIANO
RERERERE
RERE
REGGIANO.
Ho una richesta da fare: alla mia festa di laurea vi assegnate ciascuno un ruolo e mi rifate lo stesso spettacolino della pubblicità?
Luca fa il pomodoro.

14 dicembre 2006

il baule

C'è qualcuno che sta tentando di convincermi che la sua valigia è assimilabile ad un baule.
Credevo che tutto ciò accadesse per pigrizia. Ero ormai abituata al fatto che il tizio in questione facesse ciò perchè svogliato: preferiva lasciare il bagaglio a terra a marcire piuttosto che disfarlo.
Invece no. Le cose stanno molto peggio.
Il tipo in questione è DAVVERO convinto che la sua valigia sia un baule, una specie di comò portatile perchè, parole sue : "se si chiamano "mobili" ci sarà pur un motivo. Questa valigia è un mobile, infatti si sposta da un posto all'altro e poi resta per un pò lì ferma".
Non credevo che dicesse sul serio, continuavo a sostenere ingenuamente la mia ipotesi di pigrizia...
Il dubbio mi ha assalito quando mi sono proposta di sistemare io il tutto. Armata di pazienza e buona volontà, sarei stata disposta a disfare la valigia e a riporre il tutto ordinatamente nel comò. Perchè io ce l'ho un comò.
Ebbene, o amiCici, sono stata aggredita.
Nel momento in cui ho osato avvicinarmi amorevolmente alla VALIGIA, lui si è precipitato accanto a me, intimandomi di mollarla all'istante.
"Lascialo, lascia stare il mio baule!".
E' realmente convinto che si tratti di un baule.
Ho paura, ho validi motivi per supporre che sia pericoloso. Stasera non gli apro.

12 dicembre 2006

oltre i nomi, oltre...

Il problema del "nominare le cose in modo atipico" qui non si limita ai già citati bucalettere o LA Meteo.
Invade un campo molto più problematico e sensibile, quale quello dei medicinali.
Prima di tutto i medicinali qui si chiamano medicamenti.
Quindi la frasetta "E' un medicinale, prima dell'uso leggere attentamente il foglietto illustrativo" si trasforma in "E' un medicamento. Prima di usarlo leggere il foglio con le informazioni".
Il che non è poi così grave.
Ben più grave è scoprire che la marca più diffusa di dentifrici e spazzolini si chiama Candida. E col cavolo che mi lavo i miei bei dentini dritti dritti (frutto di 5 anni di apparecchi di ogni tipo, ero un aggeggio ambulante più che una donna) con un attrezzo dal nome CANDIDA.
Preferisco usare il dito indice.
Fino ad oggi ho taciuto, in fondo non mi piace fare la parte della puntigliosa prevenuta sempre lì pronta a puntare il dito contro questo fantastico universo ticinese...
Ma ieri sera è avvenuto qualcosa che non posso assolutamente celare.
Uno spot pubblicitario su un medicamento per eliminare sintomi da raffreddamento (ovvero... raffreddore) mi ha dato accesso ad una verità suprema: qui la bizzaria dei copy writers non ha limiti. Hanno avuto il coraggio di chiamare la Casa Farmaceutica che produce il medicamento contro i sintomi da raffreddamento... SiDroga. Già. SiDroga.
Ed ora, o AmiCici, tutto è moooooolto più chiaro.

11 dicembre 2006

aspettative cinematografiche

Adoro il cinema: la sala buia, il maxischermo, la poltrona comoda.
Ma solitamente mi toccano i posti peggiori e ogni volta, all'uscita, non ricordo più di avere quella parte del corpo che congiunge busto e testa, chiamata collo.
Perchè accade? Semplice: perchè QUI arrivo sempre in ritardo, dunque sono l'ultima idiota a fare il biglietto, dunque mi becco i posti sfigati.
E sono tutti convinti che la colpa sia mia.
E' giunto il momento di smentire tale credenza diffusa: io sono puntualissima, penso di essere tra le italiane più puntuali che esistano.
Ma il ritardo svizzero è un'altra cosa. E' fuori dal mondo. E, soprattutto, è assolutamente inevitabile.
Per ritardo svizzero si intende un tempo variabile tra i 0 secondi ed i 5 minuti dall'orario stabilito per l'appuntamento. Io ci rientro in pieno 9 volte su 10 e dunque appartengo alla peggior razza: ritardataria, dunque inaffidabile.
Oggi ho sfidato la sorte: è lunedì, il lunedì si va al cinema. L'ultimo spettacolo è alle 20.30 (evitate ogni commento, please). Dico a tutti che farò io i biglietti. E tutti tacciono.
Ore 15.30: sono davanti al cinema. Peccato che le casse aprano alle 16.30, come scopro felicemente appena arrivata, dopo circa 20 minuti passati imbottigliata nel traffico (distanza casa mia- cinema: 1.5 chilometri ad esagerare).
Attendo. Ho il mio amico raffreddore a farmi compagnia.
Ore 16.30: apertura casse.
Ore 16.35: ottengo i biglietti, accompagnati da un suono melodioso quale "Signorina, è la prima, ha i posti migliori!". Ringrazio con uno starnuto e vado via trotterellando.
Ho i posti migliori. E stasera sarò puntualissima.
Peccato che vado al cinema con due italiani.

10 dicembre 2006

i miracoli del Natale

Ho cercato di adattarmi a loro in ogni modo.
Prima li ho studiati, ne ho osservato costumi e abitudini.
Poi ho iniziato una consapevole mutazione di atteggiamenti e linguaggio: gesti giusti al momento giusto, paroline precise (guai a dire il meteo o la buca delle lettere: qui sono LA meteo e BucaLettere), sorrisoni a volontà. Ovviamente il tutto condito con una massiccia dose di sdolcinati grazie, prego, mi scusi, non c'è di che, ma si figuri.
E il risultato quale è stato?
Ci ho messo due mesi per ottenere il permesso più scarso che esista; non mi vogliono aprire un nuovo conto nè darmi la carta di credito (e per questo mia mamma onora tutti i Santi dal mattino a sera); mi lasciano bigliettini minatori nella Bucalettere.
Tutti i miei tentativi di penetrare i gelidi cuori ticinesi non sono serviti a nulla... fino ad oggi.
Perchè finalmente ho scoperto cosa riesce a scalfire quella dura corazza: gli addobbi natalizi.
Datemi un fiocco rosso, una stellina argentata ed un orrendo coso a forma di pupazzo di neve... ed è fatta!!!
Non hanno notato le mie pietose condizioni di donna- domestica abbindata con stracci dai colori che scazzottavano tra loro, nè la mia abitudinaria e alquanto incompresa pratica di conversare con me stessa: c'era solo una ragazza dalle guanciotte rosse come Heidi, sorridente, armoniosa e circondata dalla luce sfolgorante della sua aureola, che con tanto amore curava la sua casetta e abbelliva le finestre che tutti gli inquilini del palazzo ora possono ammirare.
"Che carina la nostra ragazza nè??".
Ora, all'improvviso, sono diventata "carina".
E pare mi abbiano provvisoriamente accettata come abitante del palazzo (il "nostra" è alquanto significativo).
Per la cronaca: le stelline attaccate sono 5, perchè le altre si sono rotte e/o staccate rompendosi. Il coso a forma di pupazzo è DAVVERO orrendo. E l'albero di Natale è un albero nano.
Ah, dimenticavo... le luci non le ho.
Ma quella è una carta da giocare al momento giusto.

08 dicembre 2006

Compleanno compleanno... auguri Sara

E' tornato è tornato!
Nel giorno di festa tanto atteso, immersi tra le lucette lampeggianti e l'addobbo natalizio a forma di stella o babbo natale (a voi la scelta), in preda a folli spese e nell'impero del consumismo... lui non manca mai.
E' il post canterino!!!che stavolta intona la sua canzoncina di buon compleanno per la nostra Saroccia!!!
Tanti auguri a te, tanti auguri a te etc etc... Saroccia, tanti auguri a teeeeeeeeeeeeee!!!

PS: il ritardo nello scrivere il post è dovuto al fatto che tra le lucette lampeggianti e l'addobbo natalizio a forma di stella/ babbo natale, in preda a folli spese e nell'impero del consumismo, c'ero io. Da stamattina lì rinchiusa.

Ma non abbastanza stremata per dimenticarmi di Saroccia. Buon compleanno.

07 dicembre 2006

Mmidia

Ho avuto non uno, non due, ma ben 19 giorni.
19 giorni passati tra relax, viaggetti, cazzeggio, scrittura, pigrizia, pulizie, blablabla e follie creative.
E in 19 giorni non c'è stato un solo momento in cui il mio corpo abbia dato segnali negativi: neanche un piccolissimo maledetto virus influenzale mi ha dato confidenza.
Ed ora, il giorno prima di ricominciare ad assumere le sembianze della giovane e grintosa lavoratrice piena di energie... ecco che arriva.
Furbo e subdolo insieme di sintomi: la testa esplode, le gambe pesano, la gola pizzica.
Al quale si è appena aggiunto un non piacevole episodio di diarrea (ma a quelli sono abituata, per non dire assuefatta).
Ora mi resta una sola cosa da fare: chiamo a raccolta tutte le nonne abruzzesi.
Vi supplico, vi scongiuro, mi prostro ai vostri piedi: fatemi la 'mmidia.
E' la mia ultima speranza.

PS: 'mmidia, nel dialetto abruzzese, vuol dire invidia.
Pratica piuttosto diffusa tra le anziane signore, consiste in una strana combinazione di gesti effettuata con olio e acqua. Dovrebbe combattere iettature varie e maledizione di differente tipologia e derivazione.

06 dicembre 2006

maschio, femmina: votate!

Ho notato con piacere che quando mi rivolgo a voi, o miei AmiCici, per cose davvero serie posso supplicarvi, piangere, contorcermi, disperarmi... ma voi ridete.
E quando dico cose serie intendo proprio quelle grosse grosse: la clendestinità, i risparmi di una vita, la ricerca del lavoro.
Quando invece così, per trastullarmi, lancio un piccolo concorso- sondaggio eccovi qui! tutti in prima fila, tutti a dire la propria... e cavolo se tirate fuori le unghie!
C'è chi sta tentando di corrompermi affinchè la propria idea malata prevalga, chi vuole che il proprio voto valga doppio o triplo soffrendo di sdoppiamento mutliplo di personalità, chi mi richiede già il "riconteggio delle schede", chi si ostina a votare tra proposte che non ho mai proposto.
Per quei pochi che ancora non fossero a conoscenza del quesito del giorno, di vitale importanza, esso è il seguente: il nome del mio futuro cane (per le osservazioni / critiche/ proteste si pregano i gentili lettori del blog di tacere. O al massimo di chiedere un ulteriore post. In fondo sono una persona democratica e tollerante) .
La questione è di difficile risoluzione, poichè ancora non conosco il sesso del futuro pargoletto.
Opzione1: maschio.
Votate tra : Nice (letto proprio così); Nice (letto all'inglese, dunque nais); Arturo.

Opzione2: femmina.
Votate tra: Camilla, Birra, Olivia. A cui si potrebbe eventualmente aggiungere Teina.

Vi prego siate corretti. Non mi deludete.
E ti prego Luca... il nome Bucalettere lo abbiamo escluso, non insistere.

05 dicembre 2006

bigliettino del buongiorno

Biglietto trovato di prima mattina nella mia cassetta della posta, meglio definita bucalettere nell'incomprensibile (oltre che inventato) linguaggio svizzero:
"Vi farebbe niente non gridare a tarda sera che la gente vuole dormire. Grazie. Scarabocchio"
(lo scarabocchio è una sorta di firma, credo. a meno che nel linguaggio svizzero non sia una specie di intimidazione. Mi informerò a riguardo)
I problemi sono i seguenti
  • problema di base: vivo sola. A meno che durante le mei fasi di sonnambulismo non mi metta a gridare e non me ne renda affatto conto è assai improbabile che a tarda sera io inizi improvvisamente e di punto in bianco ad imprecare contro me stessa;

  • problema collaterale 1: chiunque tu sia, hai grossi problemi con la lingua italiana;

  • problema collaterale 2: chiunque tu sia,pecchi di maleducazione. Non basta uno scarabocchio, in situazioni di tal fatta occorre scrivere chiaramente ed in modo leggibile nome e cognome. Non vorrai mica essere scambiato per codardo...

Soluzione: e facciamocela una bella chiacchieratina!!! Io, tu... e il mio amico siculo.

04 dicembre 2006

missione conto postale


Penso che il tormento non finirà mai: qui in Svizzera troveranno sempre un motivo per farmi passare le pene dell'inferno.

E la procedura è standard:
- abbiamo un problema
- il problema è dovuto al fatto che lei è straniera
- non solo è straniera ma ha un permesso L
- il permesso L è infimo
- dunque le togliamo tutti i diritti, ma le manteniamo i doveri.
Contenta?

Il problema attuale è il conto in posta.
Non ho fatto in tempo a laurearmi, non mi hanno neanche proclamato Dottoressa... e già sanno tutto. Ho già ricevuto la documentazione necessaria per passare dal conto "formazione" al conto "lavoratore straniero sfruttato"... che però non posso ottenere in quanto:

- abbiamo un problema= non porto più soldi (tasse universitarie), ma li prendo (umile lavoro)
- il problema è dovuto al fatto che lei è straniera= porto via ricchezza e aumento il tasso di disoccupazione tra gli svizzeri
- il permesso L è infimo= ma è pur sempre un permesso! e quindi mi permette di lavorare
- dunque le togliamo tutti i diritti= lavora qui? e noi le creiamo più rotture possibili.

Ho finito le parolacce, chi me ne insegna di nuove?

03 dicembre 2006

prezioso regalo

Mi hanno regalato un abbraccio.
Già, avete capito bene o AmiCici.
Nella fredda e stizzosa Svizzera offrono abbracci.

Tipi stravaganti sparsi nell'ordinatissima Piazza Riforma con tanto di cartellone "Regalo abbracci", circondati da volti stupiti e avvolti in un'atmosfera frizzeggiante.

Tutto intorno una sensazione di vitalità davvero inusuale.
Stavolta mi inchino alla sensibile Lugano.
Vuoi vedere che ho portato un pò della mia Bologna anche qui?

02 dicembre 2006

che vita

Certo che svegliarsi a Lugano dopo aver passato tre giorni a Bologna è proprio strano.
Similitudini:
il mio rincoglionimento, il mal di collo e il bisogno naturale di caffeina.

Differenze:
1. l'odore: camera mia ha bene o male il tipico odore di aria viziata pronta ad andare via appena una qualsiasi finestra viene aperta. A Bologna no. Quell'odore perdura.
2. il vicino: accanto a me c'è Ottavia, la nullafacente, costretta a tirarsi su solo per non avere sensi di colpa nei miei confronti. Lei rimarrebbe volentieri nel suo dormiente mondo fatato e sentirla blaterare parole che poco comprendo è una meraviglia. Tra le parole cito "schiena", "scusa", "volentieri".
3. il post-doccia: per farsi la doccia alle undici del mattino a Bologna serve armarsi di gran coraggio. Non per il momento in sè, ma per gli attimi immediatamente successivi al lavaggio. Occorre mettere fuori prima una gambina, poi l'altra e afferrare accappatoio/ asciugamanone il più velocemente possibile, per poi coprirsi in fretta con qualsiasi altro materiale che si trova nei dintorni. Altrimenti si rischia il congelamento immediato.

Lascio alla vostra immaginazione similitudini / differenze pomeridiane e serali.
Bologna Summa Cum Laude.