equilibrium

02 febbraio 2007

La deficiente: parte 2

Barcolla verso il bagno. Tre litri di caffè endovena ed ecco che diventa improvvisamente scattante e ottimista: c'è il sole, è sabato, gli uccellini fringuellano (oh, che volete?? Nel suo mondo immaginario è così) . Oggi sarà una splendida giornata.
Un altro sorso di quella mirabolante bevanda anesetetizzante e sarà tutto ancora più meraviglioso.
Si sente molto Mary Poppins che canticchia la pillola va giù... e canticchiando canticchiando, la Mary Poppins del Ticino (adottata) si dirige verso il salotto, con il desiderio di spalancare le finestre e fare entrare la brillante ed energizzante e briosa luce mattutina.
Ma per riuscire a tirar su le tapparelle o la gentil fanciulla va alla cieca, rischiando una tranvata in pieno muso, o decide momentaneamente di sfruttare quella formidabile fonte di energia chiamata elettricità.
Opta per la seconda.
Ed ecco che la deficiente non fa in tempo a sfiorare quel pulsantino bianco e piccolino che... un folgore accompagnato da un susseguirsi di BipFiùBip (meglio di così non riesco a renderlo. Chi mi fa un corso di onomatopeismo?).
Una vampata e la Mary Poppins si trasforma nell'Orco mostruoso dalle sette braccia (le sue favole da piccola erano così. Oh cavolo, vi ho detto che è il SUO mondo immaginario, no?).
E dopo aver imprEcato contro il mondo, è assalita dalla depressione: già si vede, rannicchiata in un angolino, sprofondata nella barbarie, arretrata alla condizione di primitiva, senza luce, senza skipe, senza Dr. House...
l'Orco che è in lei però torna a farsi vivo. In preda ad un raptus tecnologico, in quel deserto che è la mente di una deficiente alle sette del mattino, afferra prolunghe e prese di ogni tipo e dalla sua camera riesce a ricreare una sottospecie di habitat, spargendo per le vie di casa cordless, router, e altre robe dai nomi strani che persone pù competenti della Signorina ExBuonumore hanno piazzato a casa sua, intimandola ovviamente di starne alla larga.
Vi lascio immaginare la faccia della custode quando ha visto fili e cavi sparsi ovunque, con una tipa alle spalle che le continuava a urlare "è tutto rotto, è tutto finito! è la fine!". E aggiungeva "Ebbene si, sono dipendente dalla tecnologia, e allora, allora????"
In realtà c'era solo un attimino un problemuccio li sotto, li... come si chiama? Al contatore.
Le protesi digitali sono sane e salve, guai a chi le tocca. Guai.

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